POLLENTIA: LA CITTÀ E I SUOI MONUMENTI

La riscoperta del sito dell’antica Pollentia si deve al conte Giuseppe Franchi di Pont e all’architetto Carlo Randoni, i quali sul finire del ’700 individuarono le rovine di alcuni dei principali edifici pubblici (anfiteatro, teatro, foro).
Si presume che la città fosse cinta da un vallum (fossato e terrapieno) e una palificazione in legno, con porte e torri in muratura, come nella vicina Augusta Bagiennorum.
Il tipico impianto urbano scandito da strade ortogonali non è più leggibile nel tessuto edilizio moderno a seguito degli interventi ottocenteschi del re Carlo Alberto di Savoia; finora si sono rinvenute soltanto poche tracce del decumano massimo, corrispondente all’attuale via Regina Margherita.
Sono inoltre venuti alla luce un paio di isolati con porzioni di pavimenti e, fuori della città, i resti di una domus (casa signorile), di un impianto termale e di un selciato stradale sorti nei pressi del rudere chiamato Torrione.
Esternamente all'abitato sorgeva l’anfiteatro (seconda metà del I sec. d.C.), la cui pianta è ancora oggi riconoscibile nel cosiddetto “borgo del Colosseo”; di notevoli dimensioni (poteva accogliere oltre 10.000 spettatori), era articolato in quattro anelli di poderosa muratura. La gradinata più esterna era sorretta da un sistema di vani, alcuni dei quali sono ancora utilizzati come cantine nelle case odierne.
Del teatro e del tempietto, probabilmente dedicato a Bacco, collocato al centro del “quadriportico” retrostante la scena, sono state rintracciate alcune murature superstiti negli scantinati di abitazioni private.

L’ANFITEATRO


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