STELE DEL MERKATOR VINARIUS

La stele funeraria (seconda metà I sec. d.C.) è ornata nella parte superiore da un timpano a bassorilievo, al cui interno è raffigurato uno scudo rotondo sovrapposto a due lance incrociate, come sul lato posteriore dell’altare di Castricia Saturnina. La lastra, in marmo della Val Varaita, era infissa entro una base di arenaria.
Nell’epigrafe (iscrizione) si legge che il liberto Marco Lucrezio Cresto, ascritto alla tribù Palatina (in cui erano frequentemente inserite le persone di questa categoria sociale), aveva commissionato per se stesso il sepolcro, di cui è indicata anche l’estensione dell’area di pertinenza: 15 piedi quadrati (circa m.1,15 per lato).
Il liberto dichiara anche la sua professione di commerciante di vino, attestando così non soltanto la commercializzazione di questa bevanda ma anche verosimilmente la coltivazione della vite a quell’epoca in questo territorio.
La stele fu rinvenuta, con un inaspettato colpo di fortuna, da Edoardo Mosca il secondo giorno della prima campagna di scavi da lui diretta (1958) nella necropoli che ha preso il nome dalla vicina cascina della Pedaggera. Nella medesima necropoli sono venute alla luce anche nei decenni successivi (ad es. scavi Soprintendenza 1989-90) centinaia di tombe nonché il condotto dell’acquedotto in muratura di ciottoli di fiume.