MATTEO OLIVERO, NEVE; OLIO SU TELA, 1919

Il quadro fu commissionato a Matteo Olivero (Acceglio/CN, 1879 - Verzuolo/CN, 1932) nel 1919 da Euclide Milano, che intendeva farne il germe della raccolta d’arte moderna del costituendo Museo braidese e desiderava  un “paesaggio di neve”, un soggetto popolare “con uno sfondo di montagne scintillanti e iridescenti”. La conoscenza tra i due risaliva agli anni degli studi a Torino; nell’opuscolo che il fondatore del Museo dedicò nel 1926 all’Olivero, definito “peintre de la neige”, l’opera è ritenuta un mirabile esempio della sua arte di pittore divisionista.
Si tratta infatti di uno dei suoi tipici paesaggi montani innevati in cui appare evidente l’attenzione nel cogliere l’effetto della luce sfavillante del sole sulla neve. Per la sua esecuzione l’autore ha riutilizzato una tela già dipinta con un contadino che cammina lungo una strada campestre, ancora visibile sul retro. L’opera testimonia, come numerose altre, il grande amore dell’artista per la montagna, luogo delle sue origini sempre presenti, e nello stesso tempo la ricerca ricorrente sulla luce, simbolo di immaterialità e dell’ideale fusione uomo-natura.
Il quadro è stato esposto nell’ambito della mostra dedicata a Matteo Olivero, organizzata nel 2019 dall’Accademia Albertina di Torino e allestita in varie sedi, occasione per uno studio approfondito sui documenti d’archivio oltre che per un’ampia panoramica sulla sua produzione, non soltanto divisionista, comprendente paesaggi, ritratti e autoritratti.
Le opere dell’Olivero sono presenti, oltre che in collezioni private, nella Pinacoteca di Saluzzo, città dove il pittore si trasferì nel 1906, grazie all’acquisizione da parte della municipalità a due anni dalla sua tragica morte.