REPERTI ARCHEOLOGICI DI VARIA PROVENIENZA

Euclide Milano nel discorso d'inaugurazione del Museo nel 1919 cita una serie di "antichità diverse"; tra quelle ancora presenti nelle collezioni odierne troviamo: vasellame "a vernice nera" prodotto nelle colonie greche dell'Italia meridionale (secc. IV-V a.C.), vasi per oli e profumi (una lekythos attica del V sec. a.C. e due aryballoi corinzi, secc VII-VI. a.C.) e due "trozzelle" messapiche (vasi con manici sopraelevati decorati da dischi; Puglia, IV sec. a.C.).
Dalla Galleria “del Museo” del Real Castello di Pollenzo, arricchita di reperti archeologici di origine diversa da Carlo Alberto, è probabile che provengano, oltre ad un'anfora attica a figure nere, una stele fenicio-punica con la figura della dea Tanit e alcuni vasi etruschi di bucchero utilizzati in occasione dei banchetti.
Il lascito di don Giuseppe Tornatore comprende, in aggiunta alla variegata collezione di cimeli e documenti, un gruppo di reperti archeologici pre-protostorici e romani rinvenuti prevalentemente nella zona di Varese, dove il sacerdote prestò per molti anni la sua opera, prima di tornare nella natia Bra.
Grazie ai buoni uffici di Edoardo Mosca, alcuni nuclei di reperti provenienti dai corredi funerari delle necropoli della città etrusca di Felsina (Bologna) sono stati concessi in deposito dal Museo Civico bolognese (1955-1957) in memoria dell'archeologo di origini braidesi Edoardo Brizio. Oltre alla ceramica della Grotta del Farneto, sono pervenuti materiali delle necropoli Benacci-Caprara, Romagnoli, Arnoaldi e dell'Arsenale Militare e oggetti da tombe galliche.

ANFORA ATTICA A FIGURE NERE. SECONDA METÀ VI SEC. A.C.


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LASCITO DON GIUSEPPE TORNATORE. REPERTI ARCHEOLOGICI


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